Sostieni Quarta Radio con una libera donazione Dai Canti Orfici e d’altri componimenti di Dino Campana Messa in voce di Gaetano Marino Presentazione Si comincia con “il crepuscolo mediterraneo” di un’estate notturna e ardente. Ci starà spazio pure per la fine dei Canti Orfici “Fuori è la notte chiomata di muti canti, pallido amor degli erranti”, dove la notte appare protagonista di ogni esistere. E poi la parola alata, di cui si rimane avvolti, e testimoni del mistero di corpi d’amanti nudi e fuggitivi. In questa fuga prende forma la poesia autentica di Dino Campana, antico mentore: una struttura di grande impatto emotivo, immersa in una potenza visionaria oltre ogni logica. Spesso fuori di logica, spesso, mentre affida e lascia spazio ad una musicaliddtà della parola, alle suggestioni pittoriche, persino ad un’idea di odori; che fanno dell’opera del folle di Marradi un luogo elegante e pieno di misterica intimità. Quindi sui porti di mare e sui vichi e gli sguardi leggiadri che sanno di sale e putredine. Amori che sfuggono nella mediterranea bellezza dei lidi narrati dal poeta. Dino Campana Dino Campana (Marradi, 20 agosto 1885 – Scandicci, 1º marzo 1932) Poeta visionario, allucinato, pazzo, orfico, vagabondo, mediterraneo. Così è stato definito spesso dai critici letterari, anche se nessuna di queste definizioni, perché limitano in un ambito troppo angusto la materia dell’arte, è in grado di illuminare chiaramente la vita e la poesia di questo autore vissuto a cavallo fra i due secoli. Campana non si lascia comprendere a pieno né classificare. La sua poesia è moderna ma tuttavia piena di richiami a D’ Annunzio, a Leopardi e ai classici. La sua lingua poetica sconvolge l’ordine sintattico in vari modi, anche mescolando lingue diverse, producendo valanghe di versi la cui coerenza sintattica si ottiene solo sacrificando ogni plausibile significato.
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